sabato 24 luglio 2010

"Uno di noi" di Eugenio Finardi

"E se Dio fosse uno di noi,

solo e perso come noi.

E se Lui fosse qui,

seduto in fronte a te,

diresti sempre sì,

o chiederesti:

"Perché mai ci hai messo qui,

con tutte queste illusioni

e tentazioni e delusioni?"

e, poi "Perché?".

E, se Dio c'é.

E se c'é.

E se Dio fosse uno di noi,

solo e perso come noi,

anche Lui con i Suoi guai,

nessuno che lo chiama mai...

Io so cosa farei,

lo guarderei dritto negli occhi

e chiederei se c'era almeno una ragione

o se é una punizione

oppure é stato solo un caso

o una disattenzione.

E dai, se ci sei.

E dai, come mai.

E dai, se lo sai.

E se Dio fosse uno di noi,

solo e perso come noi,

anche Lui con i Suoi guai,

nessuno che Lo chiama mai,

solo per dire:"Come stai?".

E invece chiedono attenzioni

di far miracoli e perdoni,

oppure dare assoluzioni,

nessuno che Lo chiama mai Solo per dire:"Come stai?".

"One of us" di Joan Osborne

"If god had a name, what would it be?
And would you call it to his face
if you were faced with Him in all His glory?
What would you ask if you had just one question?
And yeah, yeah, God is great.
Yeah, yeah, God is good.
Yeah, yeah, yeah, yeah, yeah.
What if god was one of us,
just a slob like one of us,
just a stranger on the bus
trying to make his way home?
If God had a face, what would it look like?
And would you want to see
if seeing meant that you would have to believe
in things like heaven and in Jesus and the saints and all the prophets?
What if god was one of us,
just a slob like one of us,
just a stranger on the bus trying to make his way home?
Just trying to make his way home, back up to heaven all alone.
Nobody calling on the phone,
'cept for the Pope maybe in Rome".

"Dio è morto" dei Nomadi

"Ho visto la gente della mia età andare via
lungo le strade che non portano mai a niente,
cercare il sogno che conduce alla pazzia,
nella ricerca di qualcosa che non trovano nel mondo che hanno già,
lungo le notti che dal vino son bagnate,
dentro le stanze da pastiglie trasformate,
lungo le nuvole di fumo,
nel mondo fatto di città,
essere contro od ingoiare la nostra stanca civiltà.
Un Dio che è morto,
ai bordi delle strade,
Dio è morto
nelle auto prese a rate,
Dio è morto
nei miti dell'estate.
Dio è morto.
Mi han detto che questa mia generazione ormai non crede
in ciò che spesso han mascherato con la fede,
nei miti eterni della patria o dell'eroe,
perché è venuto il momento di negare
tutto ciò che è falsità,
le fedi fatte di abitudini e paura,
una politica che è solo far carriera,
il perbenismo interessato,
la dignità fatta di vuoto,
l'ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto.
E un Dio che è morto,
nei campi di sterminio,
Dio è morto
coi miti della razza,
Dio è morto
con gli odi di partito.
Dio è morto.
Ma penso
che questa mia generazione è preparata
a un mondo nuovo e a una speranza appena nata,
ad un futuro che ha già in mano,
a una rivolta senza armi,
perché noi tutti ormai sappiamo
che se Dio muore è per tre giorni
e poi risorge
in ciò che noi crediamo,
Dio è risorto,
In ciò che noi vogliamo, Dio è risorto
nel mondo che faremo.
Dio è risorto, Dio è risorto".

"Hai un momento Dio?" di Luciano Ligabue

"C'ho un po' di traffico nell'anima, non ho capito che or'è.
C'ho il frigo vuoto, ma voglio parlare, perciò paghi te.
Che tu sia un angelo od un diavolo, ho tre domande per te:
"Chi prende l'inter?", "Dove mi porti?", e poi dì, soprattutto, "Perché?".
Perché? Ci dovrà essere un motivo, no?
Perché? Forse la vita la capisce chi è più pratico.

Hai un momento Dio?
No, perché sono qua, insomma ci sarei anch'io.
Hai un momento Dio?
O te o chi per te, avete un attimo per me?

Li pago tutti io i miei debiti, se rompo pago per tre.
Quanto mi costa una risposta da te, di su, quant'è?
Ma tu sei lì per non rispondere, e indossi un gran bel gilet.
Non bevi niente e io non ti sento, com'è? Perché?
Perché un qualche cosa in cui credere.
Perché non riesco mica a ricordare bene che cos'è.

Hai un momento Dio?
No perché sono qua, se vieni sotto offro io.
Hai un momento Dio?
Lo so che fila c'è ma tu hai un attimo per me.

Nel mio stomaco son sempre solo, nel tuo stomaco sei sempre solo.
Ciò che sento, ciò che senti, non lo sapranno mai....

Almeno dì se il viaggio è unico e se c'è il sole di là.
Se stai ridendo, io non mi offendo però, perché?
Perché nemmeno una risposta ai miei perché?
Perché non mi fai fare almeno un giro col tuo bel gilet?

Hai un momento Dio?
No perché sono qua , insomma ci sarei anch'io.
Hai un momento dio?
O te o chi per te avete un attimo per me?"

venerdì 26 febbraio 2010

"Un blasfemo" di Fabrizio De Andrè

"Mai più mi chinai e nemmeno su un fiore,
più non arrossii nel rubare l'amore
dal momento che Inverno mi convinse che Dio
non sarebbe arrossito rubandomi il mio.

Mi arrestarono un giorno per le donne ed il vino,
non avevano leggi per punire un blasfemo,
non mi uccise la morte, ma due guardie bigotte,
mi cercarono l'anima a forza di botte.

Perché dissi che Dio imbrogliò il primo uomo,
lo costrinse a viaggiare una vita da scemo,
nel giardino incantato lo costrinse a sognare,
a ignorare che al mondo c'e' il bene e c'è il male.

Quando vide che l'uomo allungava le dita
a rubargli il mistero di una mela proibita
per paura che ormai non avesse padroni
lo fermò con la morte, inventò le stagioni.

E se furon due guardie a fermarmi la vita,
è proprio qui sulla terra la mela proibita,
e non Dio, ma qualcuno che per noi l'ha inventato,
ci costringe a sognare in un giardino incantato".

giovedì 4 febbraio 2010

L'Agnostico non crede nè che dio esista, nè che esista un solo dio nè che ne esista più di uno

L'Agnostico non crede nè che dio esista, nè che esista un solo dio nè che ne esista più di uno.

Il problema dell'inconoscibilità che contraddistingue l'argomento "dio", sussiste anche con riguardo alla numerosità delle entità soprannaturali, non solo per quanto concerne la loro esistenza.

Perchè l'Ateo e l'Agnostico non possono essere messi nella stessa categoria

Spesso si usa mettere da una parte i c.d. credenti, vale a dire coloro che credono che dio o, quantomeno, un'entità metafisica esista, e dall'altra i c.d. non credenti, una categoria all'interno della quale sono annoverati sia atei che agnostici.

Ma se l'Ateo crede che dio non esista, ciò significa che anch'esso ha una credenza, seppure in negativo. Pertanto, non potrebbe essere messo tra i "non credenti", in quanto l'Ateo "crede che non".

L'unico vero non credente è l'Agnostico, che non crede nè che Dio esista, nè che dio non esista.

La migliore classificazione si rivela, dunque, essere la seguente.
In primo luogo, troviamo i c.d. credenti. Da una parte, coloro che credono che Dio esista e, dall'altra, coloro che credono che Dio esista (i.e. gli Atei).
In secondo luogo, ci sono i c.d. non credenti, vale a dire coloro che non credono nè che Dio esista, nè che dio non esista (i.e. gli Agnostici).

Atei ed Agnostici non possono, pertanto, essere messi nella stessa categoria.

Se si considera tutto quanto appena detto, si comprende bene che associazioni come UAAR (Unione Atei ed Agnostici Razionalisti) non abbiano considerato la differenza ontologica che intercorre tra Atei ed Agnotici, essendo delle associazioni che intendono riunire sotto il proprio ombrello due concezioni radicalmente diverse e, per gli aspetti essenziali, opposte.

Il Credente crede che sì.
L'Ateo crede che no.
L'agnostico non crede, nè che sì, nè che no.