venerdì 26 febbraio 2010

"Un blasfemo" di Fabrizio De Andrè

"Mai più mi chinai e nemmeno su un fiore,
più non arrossii nel rubare l'amore
dal momento che Inverno mi convinse che Dio
non sarebbe arrossito rubandomi il mio.

Mi arrestarono un giorno per le donne ed il vino,
non avevano leggi per punire un blasfemo,
non mi uccise la morte, ma due guardie bigotte,
mi cercarono l'anima a forza di botte.

Perché dissi che Dio imbrogliò il primo uomo,
lo costrinse a viaggiare una vita da scemo,
nel giardino incantato lo costrinse a sognare,
a ignorare che al mondo c'e' il bene e c'è il male.

Quando vide che l'uomo allungava le dita
a rubargli il mistero di una mela proibita
per paura che ormai non avesse padroni
lo fermò con la morte, inventò le stagioni.

E se furon due guardie a fermarmi la vita,
è proprio qui sulla terra la mela proibita,
e non Dio, ma qualcuno che per noi l'ha inventato,
ci costringe a sognare in un giardino incantato".

giovedì 4 febbraio 2010

L'Agnostico non crede nè che dio esista, nè che esista un solo dio nè che ne esista più di uno

L'Agnostico non crede nè che dio esista, nè che esista un solo dio nè che ne esista più di uno.

Il problema dell'inconoscibilità che contraddistingue l'argomento "dio", sussiste anche con riguardo alla numerosità delle entità soprannaturali, non solo per quanto concerne la loro esistenza.

Perchè l'Ateo e l'Agnostico non possono essere messi nella stessa categoria

Spesso si usa mettere da una parte i c.d. credenti, vale a dire coloro che credono che dio o, quantomeno, un'entità metafisica esista, e dall'altra i c.d. non credenti, una categoria all'interno della quale sono annoverati sia atei che agnostici.

Ma se l'Ateo crede che dio non esista, ciò significa che anch'esso ha una credenza, seppure in negativo. Pertanto, non potrebbe essere messo tra i "non credenti", in quanto l'Ateo "crede che non".

L'unico vero non credente è l'Agnostico, che non crede nè che Dio esista, nè che dio non esista.

La migliore classificazione si rivela, dunque, essere la seguente.
In primo luogo, troviamo i c.d. credenti. Da una parte, coloro che credono che Dio esista e, dall'altra, coloro che credono che Dio esista (i.e. gli Atei).
In secondo luogo, ci sono i c.d. non credenti, vale a dire coloro che non credono nè che Dio esista, nè che dio non esista (i.e. gli Agnostici).

Atei ed Agnostici non possono, pertanto, essere messi nella stessa categoria.

Se si considera tutto quanto appena detto, si comprende bene che associazioni come UAAR (Unione Atei ed Agnostici Razionalisti) non abbiano considerato la differenza ontologica che intercorre tra Atei ed Agnotici, essendo delle associazioni che intendono riunire sotto il proprio ombrello due concezioni radicalmente diverse e, per gli aspetti essenziali, opposte.

Il Credente crede che sì.
L'Ateo crede che no.
L'agnostico non crede, nè che sì, nè che no.

"La religione impedisce di ragionare" (UMBERTO VERONESI)

Lo scienziato Umberto Veronesi ha espresso il suo pensiero affermando che "la religione impedisce di ragionare" e " per definizione, è integralista, mentre la scienza vive nel dubbio, nella ricerca della verità".

Umberto Veronesi, nel corso di Sky Tg24 Pomeriggio, ha spiegato i motivi che, da scienziato, lo hanno portato ad allontanarsi dalla fede.
"Scienza e fede non possono andare insieme, ha affermato l' oncologo, perché la fede presuppone di credere ciecamente in qualcosa di rivelato nel passato, una specie di legenda che ancora adesso persiste, senza criticarla, senza il diritto di mettere in dubbio i misteri e dogmi che vanno accettati o, meglio, subiti".

In sostanza, è la sua tesi, si tratta di due mondi e concezioni del pensiero molto lontani l'uno dall'altro, che non possono essere abbracciati tutti e due. Nel corso della trasmissione l'oncologo ha poi ricordato di venire da una famiglia molto religiosa ("ho recitato il rosario tutte le sere fino ai 14 anni"), ma di aver deciso di allontanarsi, nei primi tempi con grande difficoltà, dopo aver esaminato a fondo tutte le religioni. "Perché - ha concluso - mi sono convinto che ogni religione esprime il bisogno di una determinata popolazione in quel momento storico".

mercoledì 3 febbraio 2010

Più che Agnostico, "non-teognostico".

L’Agnostico, in generale, non se la sente di rispondere ad una domanda, non ritenendo la risposata conoscibile.

Il non Teo-gnostico, in particolare, non se la sente di rispondere, affermativamente o negativamente, alla domanda “Dio esiste?”.

Il non Teo-gnostico, quindi, è un tipo particolare di Agnostico, una specie del genere agostico.

L'Agnostico sostiene di non poter rispondere ad una domanda la cui risposta sia connotata da inconoscibilità. Il non teo-gnostico ritiene che non sia possibile esprimensi, affermativamente o negativamente, circa l'esistenza di dio.

Etimologicvamente, infatti, "Agnosi" significa "non conoscenza", mentre "non teo-gnosi" significa non conoscenza di "teo", cioè dio, divinità o entità divina.